Visitando Budapest capita spesso di imbatterci nell’immagine
di un rapace.
La più grande e nota è una statua che si trova sulla sommità
della Collina di Buda, accanto al Palazzo Reale (di fronte alla stazione
superiore della funicolare). L’animale domina il fiume, ha le ali spiegate e
stringe una spada tra gli artigli, quasi a volerla proteggere.
Altri esempi li troviamo in giro per la città, come ad
esempio sui piloni del Ponte della Libertà o negli altri distretti più
periferici.
Più in generale, è un’immagine molto comune in tutto il
territorio ungherese. A Tatabánya, in particolare, c’è una statua con
un’apertura alare di 15
metri , considerata la più grande statua europea
rappresentante un volatile.
Questo rapace non ha solo un significato ornamentale. E’ il
Turul, un grosso falco che ha un ruolo importantissimo nella mitologia e nelle
leggende magiare. In qualche modo, quindi, è l’equivalente ungherese della lupa
latina. Nel mito ungherese il turul ha il ruolo di messaggero divino.
Apparve in sogno
ad Emese, annunciandole che dal suo ventre sarebbe nata una grande
dinastia di re. Una variante di questa leggenda, invece, vuole che fu lo stesso
turul a fecondarla.
Fatto sta che
Emese generò Álmos, che a sua volta fu padre di Árpád, che può è considerato il
fondatore della Nazione magiara e che guidò le sette tribù magiare nella
Pannonia.
Proprio alla base
dell’occupazione della Pannonia c’è un secondo “intervento” dei turul. Essi
apparvero in sogno ai capi delle tribù, indicando il cammino delle popolazioni
verso il bacino dei Carpazi.
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